Condividi:
Il Piemonte continua a registrare un andamento negativo dell’export. Nei primi tre mesi del 2025 le esportazioni di merci piemontesi si sono fermate a 14,9 miliardi di euro, segnando un calo del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando avevano toccato i 15,4 miliardi. Anche le importazioni hanno subito una flessione, più contenuta, dell’1,1%, attestandosi a 11,6 miliardi di euro. Il saldo commerciale resta positivo, con un avanzo di 3,3 miliardi, ma in diminuzione rispetto all’anno precedente.
A influire negativamente è principalmente il settore automotive, ma la situazione è aggravata anche dal rallentamento dell’economia tedesca, partner commerciale di rilievo per la regione. Il Piemonte fa così registrare una performance in controtendenza rispetto alla media nazionale, che nel trimestre segna un +3,2%.
«Il calo dell’export ci invita a riflettere sul futuro economico della regione — commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte —. Tuttavia, la tenuta di altri settori chiave come metalli, tessile e aerospaziale dimostra la resilienza e la capacità di innovazione delle nostre imprese. È fondamentale puntare su una maggiore diversificazione e accelerare nelle politiche di innovazione e digitalizzazione per rafforzare la competitività del Piemonte sui mercati globali».
A livello provinciale, la dinamica è eterogenea. Torino, che concentra il 43,7% dell’export regionale, segna un calo del 5,4%. Seguono Cuneo (-6,5%) e Alessandria (-2,7%). In controtendenza Novara (+9,7%) e Vercelli (+6,6%). Le altre province registrano decrementi più marcati, come Biella (-4,3%), Verbano Cusio Ossola (-11,1%) e Asti (-13%).
Il quadro evidenzia l’urgenza di una strategia mirata per sostenere la crescita e diversificare ulteriormente l’economia piemontese.