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Per la morte di un neonato all’ospedale Regina Margherita di Torino, avvenuta dopo un errore durante un intervento chirurgico, il pubblico ministero Francesco La Rosa ha chiesto una condanna a due anni e sei mesi di reclusione per l’anestesista coinvolto. La richiesta è stata avanzata martedì 27 maggio 2025, nel corso del processo con rito ordinario. L’imputato, assistito dall’avvocata Fabrizia Bussolino, ha sempre respinto ogni responsabilità, dichiarando di aver agito in modo corretto.

L’intervento e le accuse

I fatti risalgono all’aprile 2021. Il piccolo paziente, affetto da una malformazione polmonare diagnosticata in gravidanza, era stato sottoposto a un’operazione programmata. Durante l’intervento, tuttavia, il cardiochirurgo – specializzato in interventi su pazienti adulti – tagliò per errore l’aorta del neonato, causando la tragedia.

Secondo l’accusa, l’anestesista avrebbe dovuto riconoscere che qualcosa non stava andando come previsto e intervenire tempestivamente. “Non si è accorto di nulla – ha dichiarato il PM – e ha fornito spiegazioni che definire assurde è un eufemismo”.

Gli altri coinvolti

Il cardiochirurgo responsabile del taglio errato ha già patteggiato una condanna a due anni, senza la sospensione condizionale. È stato invece assolto il primario che aveva selezionato l’équipe per l’operazione. L’anestesista è l’unico ad aver scelto di affrontare un processo ordinario.

Il risarcimento alla famiglia
Nel frattempo, l’azienda ospedaliera Città della Salute ha riconosciuto un risarcimento di un milione di euro ai genitori del neonato, a titolo di responsabilità civile per la perdita subita.

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