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È cominciato a Torino il processo per l’incendio che il 3 settembre 2021 devastò i piani alti di uno storico edificio residenziale situato tra via Lagrange, piazza Carlo Felice e corso Vittorio Emanuele.
Secondo le ricostruzioni emerse dalle indagini, il rogo sarebbe stato innescato dalle scintille di una fiamma ossidrica utilizzata per saldare una cassaforte in un attico da poco ristrutturato. L’artigiano che stava effettuando l’intervento ha già patteggiato durante l’udienza preliminare. Ora sul banco degli imputati restano tre figure chiave del cantiere: il responsabile dei lavori, il direttore e il coordinatore dell’esecuzione, accusati a vario titolo di cooperazione in incendio colposo.
Circa venticinque tra proprietari e inquilini degli appartamenti andati distrutti si sono costituiti parte civile. Tra loro anche Riccardo Scirea, figlio dell’ex calciatore della Juventus e della Nazionale, Gaetano Scirea. I legali delle parti civili — tra cui gli avvocati Benito Capellupo, Alberto Ventrini, Valentino Schierano, Mauro Ronco e Alberto Borbon — hanno denunciato il mancato risarcimento da parte delle due compagnie assicurative coinvolte, a quasi tre anni dall’accaduto.