Condividi:

“Siamo noi, i padroni di Barriera siamo noi”: con questo coro, nella serata di mercoledì 29 maggio, centinaia di cittadini si sono radunati in piazza Foroni, nel cuore della Barriera di Milano, per una manifestazione promossa da residenti, commercianti e comitati civici. L’iniziativa, nata per denunciare insicurezza, degrado urbano e l’assenza di risposte istituzionali, ha acceso un confronto teso tra sensibilità molto diverse.

A pochi metri di distanza, infatti, si è svolta una contromanifestazione organizzata da attivisti antifascisti, che hanno contestato la natura del presidio principale, accusandolo di essere una piattaforma per forze xenofobe mascherate da comitati di quartiere. Nel pomeriggio era già stato diffuso un volantino firmato SHARP (Skinheads Against Racial Prejudice) che criticava l’iniziativa per il suo presunto contributo alla diffusione di un clima d’odio e invocava invece soluzioni concrete come spazi di aggregazione, formazione e lavoro.

A rendere ancora più incandescente l’atmosfera, il recente episodio di violenza nel vicino quartiere Aurora, dove una rissa con bastoni chiodati ha lasciato un uomo ferito. Un evento che ha riacceso l’allarme sicurezza in tutta la zona e fatto da detonatore alla protesta.

Durante la serata, le due anime della piazza si sono fronteggiate con cori contrapposti e momenti di forte nervosismo. Da un lato, “Non vogliamo la droga nel nostro quartiere”; dall’altro, “Barriera di Milano quartiere popolare, fascisti e polizia ve ne dovete andare”.

La manifestazione ha mostrato, ancora una volta, quanto profonda e lacerata sia la frattura sociale nei quartieri periferici di Torino, dove alla richiesta di sicurezza si contrappone la paura di una sua gestione strumentale.

Tutti gli articoli