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Le celebrazioni per la Festa della Repubblica a Torino, svoltesi oggi, 2 giugno, sono state segnate da momenti di contestazione e dissenso. Già durante la cerimonia dell’alzabandiera in Piazza Castello, un gruppo di manifestanti radunati in Piazza Palazzo di Città ha espresso il proprio dissenso verso le politiche di riarmo europee, con specifico riferimento al piano "Rearm Eu".
"Torino città della guerra": le accuse al governo e alle istituzioni locali
La protesta ha attaccato non solo il governo Meloni, accusato di alimentare "misure guerrafondaie", ma anche le istituzioni locali, definendo Torino una "città della guerra" in riferimento alla presenza della Cittadella dell’Aerospazio e del centro D.I.A.N.A. della NATO.
"Non possiamo accettare di vedere i militari sfilare nelle nostre piazze, facendo sfoggio delle armi," si legge in una nota degli organizzatori, "mentre il Governo alimenta la guerra in giro per il mondo e mentre miliardi di euro vengono sottratti a scuola, sanità, ambiente e lavoro per alimentare questa follia bellicista."
Bandiera palestinese e striscioni di protesta in Piazza Castello
La protesta si è spostata in Piazza Castello subito dopo la cerimonia dell’alzabandiera e la consegna delle prime onorificenze. Qui, due persone si sono incatenate a un palo vicino alle transenne, srotolando uno striscione con la scritta "No alla Repubblica della Guerra". Contemporaneamente, un altro gruppo ha tentato di esporre una grande bandiera della Palestina sotto le tre bandiere ufficiali (Europa, Italia e Torino) innalzate poco prima.
Si è verificato un breve momento di tensione quando la polizia ha inizialmente chiesto di rimuovere la bandiera palestinese dalla piazza. Tuttavia, poco dopo, i manifestanti sono stati autorizzati a rientrare ed esporre la bandiera per il tempo necessario a scattare una foto, pur tra le polemiche di alcuni presenti.