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Dopo anni di degrado, abbandono e progetti mai decollati, il Palazzo del Lavoro di via Ventimiglia potrebbe finalmente rinascere. A riportare sotto i riflettori l’imponente struttura progettata da Pier Luigi Nervi per l’Esposizione Italia ’61 è l’interessamento, ancora non confermato ufficialmente, di Al Mayassa bint Hamad Al-Thani, sorella dell’emiro del Qatar e figura centrale del mondo dell’arte internazionale.

Le indiscrezioni, circolate nelle ultime settimane, sono approdate anche in Consiglio di Circoscrizione 8 lo scorso 9 giugno, attraverso un’interpellanza presentata dai consiglieri del Movimento 5 Stelle Raffaella Pasquali e Vittorio Francone. Secondo quanto dichiarato, la visita a Torino della sceicca e di alcuni suoi emissari potrebbe preludere a un intervento concreto per la riqualificazione dell’edificio di Nizza Millefonti, in stato di semi-abbandono e oggi di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti.

Il progetto – ancora in fase embrionale – sarebbe collegato al programma strategico “Vision 2030” del Qatar, e prevederebbe un investimento potenziale di 500 milioni di euro per trasformare il Palazzo in un hub culturale e innovativo. Tra le ipotesi circolate: un centro espositivo dedicato all’arte, spazi per la formazione, la ricerca in ambito medico-sanitario e una grande autorimessa sotterranea con mille posti auto.

Il destino del Palazzo del Lavoro è da anni oggetto di dibattito e polemiche. Dal fallito tentativo di convertirlo in un centro commerciale in stile Le Gru, osteggiato da comitati civici e ambientalisti, alle promesse mancate di recupero, l’edificio è diventato il simbolo di un patrimonio architettonico lasciato a se stesso.

Nel 2022, una variante urbanistica aveva aperto nuove possibilità di riconversione, ma nessun progetto concreto è mai partito. Ora, l’interesse della sceicca qatariota riaccende la speranza di un rilancio vero, anche se – come sottolineano i consiglieri – resta da capire quanto di queste indiscrezioni troverà conferma nei fatti.

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