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Un altro grave episodio di violenza si è consumato all’interno del carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Questa volta teatro dell’aggressione è stato il padiglione femminile dell’istituto, dove una detenuta di origine italiana, con disturbi psichiatrici e già nota per comportamenti violenti, ha prima aggredito un’altra reclusa per futili motivi, poi si è scagliata contro una poliziotta intervenuta per sedare la lite.

L’episodio è avvenuto nella mattinata di venerdì 13 giugno ed è stato denunciato dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria SAPPE, che ha riferito delle gravi conseguenze riportate dall’agente: la donna ha infatti riportato diversi traumi ed è stata costretta a ricorrere alle cure ospedaliere.

Carceri sotto pressione: la denuncia del SAPPE
"Le nostre denunce sono ormai quotidiane – afferma il sindacato – e confermano come le carceri piemontesi, dove si trovano oltre 4.500 detenuti, siano in uno stato di costante tensione. Serve un trasferimento immediato per la detenuta autrice dell’aggressione".

L’episodio riaccende i riflettori sul tema del sovraffollamento carcerario, che secondo i dati diffusi da Marco Dalla Stella vede, a livello nazionale, 62.722 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 51.280 posti. A Torino, la situazione sarebbe ancor più critica: al 31 maggio, la casa circondariale ospitava 1.428 persone, a fronte di una disponibilità di soli 1.100 posti letto. Di questi, 694 sono cittadini stranieri e 128 donne.

L’appello: servono misure urgenti
Per il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, “il problema è strutturale e richiede risposte immediate: occorre il trasferimento dei detenuti stranieri nei Paesi d’origine e la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari per gestire i casi sempre più numerosi di reclusi affetti da patologie mentali”.

In attesa di risposte da parte delle istituzioni, il SAPPE esprime solidarietà alla poliziotta ferita e chiede che venga riconosciuta una ricompensa ufficiale per il suo gesto. “Lo Stato non può rimanere assente – conclude Capece – servono misure urgenti e una presenza forte per contrastare l’impunità che dilaga dietro le sbarre.”

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