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Una bambina torinese di soli sei mesi è stata salvata da un intervento chirurgico mai eseguito prima in Italia: un trapianto di parte del fegato donato dalla madre, unito a un autotrapianto della propria vena giugulare. L’operazione è avvenuta presso la Città della Salute e della Scienza di Torino, nella struttura d’eccellenza delle Molinette.

La piccola era stata ricoverata all’ospedale infantile Regina Margherita ad aprile in condizioni gravissime: affetta da una rara malformazione delle vie biliari, mostrava segni evidenti di ittero, ascite e scompenso epatico. Inizialmente era stata inserita nella lista nazionale per un trapianto pediatrico, ma l’attesa per un organo compatibile da un donatore deceduto si è rivelata troppo lunga.

È stata la madre, una 32enne, a decidere di donare parte del proprio fegato per salvare la figlia. I controlli di idoneità sono stati effettuati in tempi record, così come l’approvazione formale da parte del Tribunale di Torino e del Centro Nazionale Trapianti.

L’intervento si è svolto due settimane fa: 13 ore in sala operatoria, con due équipe chirurgiche guidate dal professor Renato Romagnoli. Mentre veniva prelevato il lobo sinistro del fegato dalla madre, i chirurghi hanno contemporaneamente rimosso il fegato cirrotico della bambina e sostituito la vena porta, ormai irrimediabilmente compromessa, con un segmento della vena giugulare della neonata stessa. Un’autotrapianto ad altissima complessità tecnica.

L’operazione ha coinvolto decine di professionisti tra chirurghi, anestesisti, infermieri e tecnici. Il decorso è stato sorprendentemente favorevole: la madre è stata dimessa dopo sei giorni, la bimba è ora in riabilitazione al Regina Margherita e risponde bene alle terapie.

«Un trapianto epatico pediatrico di straordinaria difficoltà tecnica, reso possibile dall’amore di una madre e dall’eccellenza dei nostri professionisti», ha commentato l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi. Soddisfatto anche il commissario della Città della Salute, Thomas Schael: «Questo intervento dimostra il valore assoluto della nostra sanità e il ruolo strategico di Torino nel futuro Parco della Salute e della Ricerca».

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