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Ivan Bufalo, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino e coordinatore regionale degli OPI del Piemonte, è intervenuto con decisione sul tema della carenza di personale sanitario, chiedendo un piano straordinario per rilanciare e sostenere l’infermieristica. Per Bufalo, non basta reclutare nuovi professionisti: è indispensabile migliorare le condizioni di chi è già in servizio.
A suo avviso, si sta commettendo un errore strategico: concentrarsi solo sull’evoluzione del ruolo dell’infermiere, trascurando le difficoltà quotidiane vissute negli ospedali e nelle strutture territoriali. In vista delle prossime elezioni regionali, gli Ordini professionali presenteranno un documento con tre proposte chiave: rafforzare il ruolo degli infermieri di famiglia e comunità, valorizzare le competenze gestionali della categoria e rivedere le condizioni di lavoro attuali.
Bufalo sottolinea anche un dato allarmante: in Piemonte mancano oltre 6.000 infermieri, un vuoto che non può essere colmato nel breve termine. Pur apprezzando l’intesa con l’assessorato alla Sanità e l’inserimento diretto dei neolaureati, avverte che questo non è sufficiente a compensare pensionamenti e dimissioni.
Un altro nodo critico è la gestione delle competenze: uno studio dell’Università di Torino ha rivelato che circa il 25% del tempo degli infermieri viene impiegato in compiti estranei al loro ruolo, spesso per sopperire alla carenza di personale amministrativo. “È inaccettabile – denuncia Bufalo – che in piena emergenza si sottragga tempo alla cura per compiti impropri. Servono subito figure di supporto per liberare le nostre competenze.”