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“Fatemi gestire i vostri soldi o vi lascio agli assistenti sociali, che fanno morire i vecchi”. Sarebbero iniziate così, con minacce e pressioni psicologiche, le violenze morali ai danni di una coppia di anziani della cintura torinese. A pronunciarle è una badante, che approfitta della fragilità dei suoi assistiti per orchestrare, insieme a una consulente finanziaria, un notaio compiacente e altri complici, un complesso piano di spoliazione patrimoniale.
Tra conti correnti svuotati, procure generali ottenute con l’inganno e una casa da 230.000 euro sottratta con astuzia, l’intera vicenda — risalente al 2019 — è ora al centro di un processo penale. Tre delle otto persone rinviate a giudizio devono ancora affrontare la giustizia; le altre, tra cui la badante, hanno già patteggiato o sono state condannate, alcune anche in secondo grado, con pene che sfiorano i due anni di carcere.
Il meccanismo del raggiro
Gli anziani, vulnerabili per età e condizioni di salute, vengono convinti a firmare una procura generale, che consente alla badante ampio margine d’azione sui loro beni. In pochi mesi, spariscono circa 235.000 euro: 85.000 in contanti e 150.000 tramite assegni. Le somme, presentate come necessarie per pagare una casa di cura, vengono invece smistate tra conti bancari intestati a complici, giustificati con lavori mai eseguiti.
La consulente finanziaria partecipa attivamente all’apertura di conti correnti e dossier titoli per movimentare il denaro. Il notaio, dal canto suo, redige un testamento in favore della badante, con testimoni d’occasione: la figlia della badante e il fidanzato di quest’ultima.
Il processo in corso
Venerdì 30 maggio ha testimoniato uno dei dirigenti della banca in cui lavorava la consulente: “Mi disse di aver conosciuto la badante in spiaggia. Non mi sembrava ci fosse nulla di irregolare”. I prossimi passi processuali sono previsti a settembre, quando gli imputati ancora sotto giudizio — la figlia della badante, il suo compagno e la consulente — potranno esporre la propria versione.
Nel frattempo, entrambi gli anziani sono deceduti. A rappresentare i loro interessi in tribunale c’è un parente residente negli Stati Uniti, che si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocata Marialuisa Borgarello.