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Anche quest’anno il Premio Italo Calvino torna a celebrare la narrativa d’esordio, confermandosi come uno dei principali osservatori della nuova scrittura italiana. L’edizione 2025 vede una giuria di alto profilo, composta da Sandro Bonvissuto, Antonio Franchini, Daniela Marcheschi, Raffaello Palumbo Mosca e Carmen Pellegrino. A loro il compito di scegliere il vincitore assoluto e, se lo riterranno opportuno, assegnare menzioni speciali.

I finalisti dell’edizione 2025

Dodici le opere finaliste, tutte capaci di intercettare sensibilità e linguaggi del nostro tempo:

Hapax di Federico Capitani – Un pubblicitario pianifica un atto terroristico per profitto personale: una riflessione provocatoria sul mondo digitale e l’alienazione professionale.

I vinti di Alessandro Ciappa – Un ex editor torna nella sua Napoli in cerca di senso. Un romanzo sul fallimento, personale e generazionale.

L’anormale di Francesco Cuoio – Un protagonista sociopatico tenta invano di integrarsi in una società dominata da prestazione e app.

Arto fantasma di Ben Eccher – Memoir intenso sul lutto per la perdita della sorella, originale nella struttura a elenchi.

La danza dell’Effimera di Giulia Fogliani – Tre giovani fragili attraversano l’età adulta in una Bologna misteriosa e viva.

Ai gentili non vendere armi di Michele Frisia – Nel 1938, un armaiolo osserva impotente la deriva fascista della società.

La gabbia di Flora Giuliano D’Errico – Una donna scava nel proprio passato per comprendere la morte del fratello nel contesto del neofascismo romano.

L’ipersensibile di Alberto Monte – Un flusso di coscienza sul significato dell’esistere, denso di immagini evocative.

Crack di Andrea Pauletto – Un ex tossicodipendente lavora come corriere notturno, tra isolamento e smarrimento.

Le infinite potenzialità dell’acciuga, in cucina di Massimiliano Racis – Tra ironia e surreale, un ritratto sociale del Sulcis sardo.

Minerva di Raffaela Ulgheri – Un’indagine sospesa nel Logudoro, dove realismo magico e misteri si intrecciano a una forza femminile antica.

Un premio con una storia importante

Nato a Torino nel 1985, poco dopo la scomparsa di Italo Calvino, il Premio porta avanti l’idea dei suoi fondatori – tra cui Norberto Bobbio e Natalia Ginzburg – di dare spazio agli esordienti e favorire il dialogo tra nuove voci e il mondo editoriale. Nel corso degli anni, il Premio ha lanciato scrittori poi pubblicati da importanti case editrici, tra cui Marcello Fois, Francesco Piccolo, Mariapia Veladiano e, più recentemente, Simone Torino con il romanzo Macaco (Einaudi).

Il presidente Mario Marchetti ha evidenziato il lavoro del comitato di lettura, che ha esaminato oltre 900 opere: “Non vogliamo dare indicazioni normative, ma essere un sismografo delle narrazioni emergenti”.

L’appuntamento per scoprire il vincitore è fissato al 5 giugno. Il Premio Italo Calvino si conferma un punto di riferimento per chi cerca nuove forme, nuovi temi e nuove voci nella narrativa italiana.

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